“Accompagnare, discernere, integrare fragilità e ferite”

“Tendere la mano alla famiglia. Accompagnare, discernere, integrare fragilità e ferite” è il titolo della Lettera pastorale che i Vescovi sardi hanno indirizzato alle comunità cristiane, alle famiglie e ai sacerdoti pubblicata, significativamente, a cinque anni di distanza dall’Esortazione Apostolica Amoris laetitia e nell’Anno voluto da Papa Francesco per celebrare e offrire una iniziale verifica della stessa Esortazione, che culminerà con il X incontro mondiale delle famiglia nel 2022 e coinvolgerà tutte le diocesi. Si parte da un’icona evangelica: la risurrezione della figlia di Giairo, unico racconto in cui Gesù tende la mano ad un padre e a una madre bisognosi di aiuto. Già dall’introduzione siamo invitati “a migliorare la nostra sensibilità pastorale”, a prestare attenzione alle “sofferenze esistenziali dei nostri fratelli e sorelle” con gesti semplici ma significativi. Il documento vuol essere soprattutto un aiuto alle comunità diocesane per integrare chi si trova ai margini e desidera essere accolto e ascoltato.

E’ anche uno strumento utile al cammino sinodale proposto da Papa Francesco. La lettura dell’introduzione apre ai tre capitoli in modo agevole, snello e accattivante. In ogni caso, costituisce uno stimolo prezioso per riprendere la vita delle nostre comunità cristiane, concentrando l’attenzione sullo stile di famiglia, valorizzando la testimonianza di quanti vivono la bellezza della vocazione coniugale.

Perciò, occorre ormai decisamente prendere coscienza della necessità di “porre lo sguardo”, cioè prestare attenzione a tutti i segnali di disagio che possono essere premonitori, ad esempio, di una crisi di coppia. Un primo passo per tradurre in pratica la lettera sarà la mappatura di quanti in vario modo si occupano di famiglia a partire dai Consultori di ispirazione cristiana e realtà simili con cui interagire, strumenti indispensabili per la lettura del territorio i cui dati costituiscono formidabili indicatori di azione pastorale, in particolare per quanto riguarda i percorsi in preparazione alle nozze “impegnandoci ad impostare comuni
percorsi di accompagnamento che tocchino l’esistenza”.

I tre verbi del sottotitolo sono gli stessi che Papa Francesco ci consegna nel capitolo VIII di Amoris laetitia e richiedono “ascolto attento, accoglienza sincera, senza pregiudizi…per accompagnare le nostre famiglie nel discernimento delle diverse circostanze che si presentano, non rinunciando a proporre l’insigne vocazione al matrimonio”.

L’accompagnamento presuppone, inoltre, un cammino di formazione degli operatori pastorali, nella valorizzazione di sacerdoti e coppie del nostro territorio , rafforzando il dialogo con la Facoltà Teologica e gli Istituti Superiori di Scienze religiose, senza perciò stesso trasformare le nostre iniziative in incontri accademici ma invitando ad una riflessione che possa poi portare ad una efficace azione pastorale nelle nostre diocesi.

Gli operatori pastorali, raccomandano i Vescovi sardi, siano capaci di “sostenere e accompagnare nella fragilità dell’amore umano prima e dopo il matrimonio, quando il patto coniugale viene interrotto per separazione, divorzio, una nuova convivenza o seconde nozze”.

Per gli aspetti più specifici dei percorsi di discernimento, quando si prospetti l’ipotesi della verifica circa la validità del matrimonio, questo dialogo coinvolgerà anche i Tribunali ecclesiastici del territorio. Di conseguenza, una formazione adeguata consentirà di attuare anche il servizio diocesano di accompagnamento nelle fragilità, proposto dai Vescovi sardi, e il “ponte giuridico pastorale” indicato da Papa Francesco, affinché “le guide spirituali (presbiteri e laici)… si lascino coinvolgere dalla misericordia
divina … e tutto sia visto con gli occhi dii Dio”.

Ciò permetterà di lavorare insieme, in una esperienza di sinodalità anche a livello interdiocesano, coinvolgendo le forze vive delle nostre Chiese locali, a partire dagli organismi preposti alla pastorale ordinaria delle Diocesi. Saremo, allora, davvero capaci di integrare, nella vita delle comunità cristiane, tutti, “grazie ad un discernimento paziente e coinvolgente, efficace nel favorire l’incontro sanante con Cristo”.

Don Alessandro Fadda, Sandro e Maria Antonietta Pintore
Ufficio Regionale per la Pastorale della Famiglia e della Vita