L’anno “Famiglia Amoris Laetitia”: occasione preziosa per ripensare la pastorale familiare

Il recente annuncio di un anno “Famiglia Amoris Laetitia” per celebrare i cinque anni dalla pubblicazione della nota Esortazione Apostolica, stimola una riflessione sulla volontà  del papa Francesco di verificare l’attuazione di questo importante documento nelle nostre Chiese locali. Esso verrà inaugurato con la prossima festa di san Giuseppe e si concluderà il 26 giugno 2022, in occasione del X incontro mondiale delle famiglie a Roma con Papa Francesco. La coincidenza con un particolare Anno dedicato alla figura del santo Patrono della Chiesa universale nel 150 anniversario della sua proclamazione, costituisce una intuizione felice. Pur rimanendo in attesa delle proposte che ci verranno offerte per vivere adeguatamente queste due iniziative, appare opportuno richiamare, per sommi capi, le finalità e gli orizzonti che il Dicastero per i Laici, Famiglia e vita offre alla nostra attenzione.

Anzitutto deve essere un anno di verifica. Tutti ricordiamo come il documento costituisca il punto di arrivo di un percorso biennale, segnato dalla celebrazione di ben due Sinodi dei vescovi e l’apporto delle stesse Chiese locali, Università, Istituti di vita consacrata, singoli fedeli. In quella occasione, sono state presentate valutazioni e sensibilità estremamente variegate che hanno portato anche ad un forte dibattito successivo sui diversi temi trattati. Talvolta, l’impressione che si è avuta, è stata quella di aver ridotto la riflessione esclusivamente a indicazioni di ordine pratico, perdendo di vista il contesto e, sopratutto, i densi capitoli nei quali viene riproposta la dottrina della Chiesa sul sacramento del matrimonio. Del resto, la finalità di tutto questo percorso era quella di ripresentare la dottrina tradizionale della Chiesa alla luce delle attuali circostanze, domandandoci sempre che cosa dice oggi alla Chiesa e al mondo il sacramento del matrimonio, quale rilevanza nella vita della comunità cristiana il ministero coniugale e la complessa realtà familiare. Slogan di questo momento storico è che la famiglia è chiamata a “famigliarizzare” la Chiesa, a rendere cioè la comunità dei credenti  il luogo nel quale si manifesta autenticamente il Dio Amore, segno e dono per tutti gli uomini e donne del nostro tempo, invitati a sperimentare in tutti gli ambienti di vita quelle dinamiche che costituisco il riferimento più naturale e quotidiano per tutti. In questo senso, siamo invitati a riscoprire la centralità della famiglia e considerare i legami familiari come canovaccio sul quale pensare la ripartenza.

La pandemia infatti, ci ha fatto riscoprire il valore della chiesa domestica, non come luogo nel quale replicare riti che appartengono all’insieme della comunità ma come soggetto attivo della vita ecclesiale e sociale, con una precisa fisionomia e una ritualità che gli è propria. In questo senso, le finalità assegnate a questo nuovo Anno spaziano dalla conoscenza e diffusione della Amoris Laetitia, all’annuncio del sacramento del matrimonio come dono che eleva l’amore umano, a percorsi che rendano le famiglie veramente protagoniste nella pastorale familiare, alla formazione dei giovani alla bellezza del matrimonio cristiano e, da ultimo, ad ampliare lo sguardo della pastorale familiare per abbracciare tutte le situazioni che appartengono alla vita quotidiana della famiglia. In questa prospettiva, vengono identificati ben 12 percorsi pastorali che sono affidati a tutti i fedeli come proposta di lavoro per questo Anno, vissuti attraverso iniziative particolari che coinvolgano le risorse vive della comunità. Una occasione dunque, assai propizia per ripensare la pastorale della famiglia all’interno delle nostre Chiese locali, in quella prospettiva di valorizzazione sia del ministero dei coniugi ma anche di quella più ampia ministerialità laicale, talvolta tutta ancora da scoprire. Destinatari di questa proposta pastorale, vengono individuati nelle Conferenze Episcopali, le Diocesi, le Parrocchie, i Movimenti ecclesiali, le Associazioni e tutte le famiglie del mondo. Insomma, si tratta di ripensare non solo l’approccio alla pastorale delle e con le famiglie ma ad attivare processi virtuosi all’interno della comunità ecclesiale dove, si superi una visione semplicemente occasionale o ridotta ad iniziative-segno, in favore di una conversione pastorale di cui ormai si sente l’improrogabile esigenza. Perciò l’invito a consultare il sito www. amorislaetitia.va attivato dal Dicastero, può costituire l’occasione affinché la creatività pastorale suggerisca proposte adeguate alle singole realtà ecclesiali.

 

Don Alessandro Fadda