
La povertà in Sardegna non arretra. Anzi, si consolida. È il quadro tracciato dal XX Report su povertà ed esclusione sociale in Sardegna, presentato dalla
Delegazione regionale Caritas in vista della IX Giornata mondiale dei poveri del 16 novembre, nel contesto del Giubileo «Pellegrini di Speranza».
Povertà che si «cristallizza»
Secondo i dati del report, la povertà in Italia e in Sardegna si sta «cristallizzando»: il numero di famiglie in povertà assoluta resta sostanzialmente invariato rispetto al 2023. Nell’Isola, la soglia di povertà per una famiglia tipo (due adulti e un figlio adolescente) è di 1.472 euro mensili nei comuni sotto i 50 mila abitanti e sale a 1.591 euro nelle aree metropolitane.
La Sardegna è la quinta regione più povera d’Italia per incidenza di povertà relativa (17,3%), con circa 128 mila famiglie in difficoltà economica. A pesare, oltre all’inflazione, è una serie di crisi economiche e sociali che dal 2008 hanno lasciato segni profondi.
L’isola che invecchia e si spopola
La «sfida delle sfide» resta quella demografica: la popolazione sarda continua a diminuire, con 9.114 residenti in meno in un solo anno. Entro il 2055 l’isola potrebbe perdere un quarto dei suoi abitanti, passando dagli attuali 1,56 milioni a poco più di 1,16 milioni. Un calo che avrà effetti diretti su sanità, welfare e identità culturale.
Chi bussa alla porta della Caritas
Nel 2024 i 78 Centri di ascolto Caritas hanno accolto 10.418 persone, di cui oltre un quarto (27%) per la prima volta. Gli italiani rappresentano la maggioranza (63,2%), con una prevalenza femminile (51,9%) e un’età media di 49 anni.
Colpisce il dato di chi vive solo: il 30,6% delle persone aiutate, in crescita costante negli ultimi anni. Quattro su cinque hanno un livello d’istruzione basso, confermando il legame tra povertà educativa e vulnerabilità sociale.
Lavoro precario e redditi insufficienti
La metà degli assistiti (50,2%) è disoccupata, ma anche chi lavora spesso non ce la fa: il 21% dei lavoratori italiani ha redditi troppo bassi per vivere dignitosamente. Nel 2024 le richieste di aiuto alla Caritas sono aumentate, arrivando a 63.647 domande, in gran parte per beni alimentari (87,2%), bollette e affitti.
Il focus: povertà e salute mentale
Il tema centrale del Report 2025 è il legame tra povertà e disagio psichico. In Sardegna si stima che 145 mila persone soffrano di depressione, una delle incidenze più alte d’Italia. Tra il 2022 e il 2023 i pazienti in cura per disturbi depressivi sono triplicati.
Le difficoltà economiche aggravano la fragilità mentale e, a loro volta, i disturbi psichici riducono la capacità lavorativa, alimentando un circolo vizioso. Le donne risultano le più colpite, spesso impegnate nel ruolo di “equilibriste dell’anima”, come le definisce la Caritas, mentre si prendono cura dei propri cari senza adeguate reti di sostegno.
«Non solo paracadute, ma trampolino»
Il report invita a ripensare le politiche di contrasto alla povertà, trasformando la Caritas da “paracadute sociale” a “trampolino” verso una vita migliore. «La povertà non è solo mancanza di reddito, ma una condizione multidimensionale – si legge nel rapporto. Servono risposte coordinate su lavoro, casa, salute, istruzione e inclusione».
Una chiamata alla responsabilità collettiva
La Caritas conclude con un appello: «È urgente rimettere al centro la persona, con i suoi bisogni e i suoi desideri di vita, costruendo una vera medicina di comunità e un nuovo patto di solidarietà sociale».