
Analizzare, progettare, costruire percorsi e cammini di crescita umana per i ragazzi e i giovani è un processo umano complesso che non può escludere la formazione di coloro che sono scelti per l’animazione e l’accompagnamento dei ragazzi delle nostre comunità. Temi affrontati nel corso del Convegno Nazionale Vocazioni, un importante appuntamento che ha visto riuniti oltre 350 partecipanti, tra operatori pastorali, educatori, religiosi, giovani e responsabili diocesani delle Vocazioni.
Dall’Isola hanno partecipato i delegati delle diocesi di Ales-Terralba, Alghero-Bosa, Cagliari, Oristano e Sassari. L’incontro vissuto a Roma, organizzato dall’Ufficio Nazionale e voluto dalla Conferenza Episcopale Italiana, ha rappresentato un momento di confronto e riflessione sulle sfide e le opportunità che oggi i giovani affrontano nel loro cammino di vita.
Il convegno ha proposto un programma variegato, in cui quattro esperti provenienti da varie realtà ecclesiali hanno esposto le loro relazioni, affrontando temi estremamente attuali: dalle problematiche della comunicazione alle difficoltà della progettazione giovanile, fino alla sempre più impellente necessità di un cammino personale di discernimento vocazionale.
Spazio anche alle esperienze significative vissute in questo ambito: alcuni giovani hanno infatti offerto le loro testimonianze. Raccolti in brevi cortometraggi, piccoli sunti esperienziali che hanno presentato la bellezza dei percorsi sperimentati dai giovani in diverse parti d’Italia.
Si è trattato principalmente di esperienze di vita comunitaria. Dalle interviste dei ragazzi coinvolti si percepiva una scintilla viva, una gioia affiorata tra i grigiori delle incertezze e di un oggi frustrato da promesse infrante. Le testimonianze hanno messo in luce le sfide quotidiane che i ragazzi affrontano nella società moderna, ma anche le risorse e la fede che, nonostante le difficoltà, riescono a coltivare.
Non poteva mancare, nell’Anno Giubilare, la possibilità di vivere il pellegrinaggio alla Porta Santa.
Il secondo giorno equipe e partecipanti al convegno, hanno potuto vivere assieme un
breve pellegrinaggio, in atteggiamento di preghiera e meditazione, per accedere alla
Porta Santa della basilica di San Pietro. Il Convegno nazionale si è chiuso con una rinnovata consapevolezza e determinazione: la Chiesa italiana si impegna a rispondere alle sfide del nostro oggi che la Pastorale giovanile può intercettare, promuovendo una visione che valorizzi l’umanità
dei nostri ragazzi. «E allora – è stato detto – partiamo da questo paradosso: lasciare è la forma del morire, del morire a se stessi e, contemporaneamente, lasciare è la forma più potente del vivere.
Vivere come? Vivere non più coincidente solo con l’uno coriaceo che da soli restiamo. Ma vivere come,
vivere-per: vivere come moltiplicazione. Questione di fecondazione, dunque».
Andrea Scanu