La morte di Papa Francesco: i messaggi dall’episcopato della Sardegna

L’annuncio della morte di papa Francesco, dato dalla Santa Sede.

Sua Eminenza, il cardinale Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: «Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino».

I messaggi dei Vescovi della Sardegna.

Diocesi di Nuoro e Lanusei

«Il vescovo Antonello con le Chiese di Nuoro e di Lanusei prega per Papa Francesco affidandolo al Dio della vita in pienezza, che lui ha annunciato e testimoniato come Servo dei servi. Ogni sua parola e ogni suo gesto ci rimane come un testamento del suo servizio e del suo amore alla Chiesa.
Rimarrà indimenticabile per il suo stile evangelico, l’apertura di cuore e lo sguardo profetico».

Diocesi di Iglesias

«Nel dolore e nel cordoglio, la Chiesa di Iglesias, con il suo vescovo Mario, si unisce nella preghiera per Papa Francesco, tornato questa mattina alla Casa del Padre. Alle ore 18.30, nella chiesa Cattedrale di Iglesias, il vescovo Mario presiederà una santa Messa in suffragio di papa Francesco».

Arcidiocesi di Cagliari

«Certamente c’è sgomento, una notizia che non ci aspettavamo. Il Papa aveva affrontato e superato delle crisi importanti nei mesi passati. Ieri lo abbiamo visto tra la folla, nel luogo che tanto amava, dal balcone centrale della Basilica, dove si mostrava al popolo. Non possiamo che essere profondamente addolorati, sgomenti, ma anche certi della speranza. Il Papa è stato chiamato da Cristo risorto a godere della Sua presenza, proprio nel giorno in cui celebriamo la Resurrezione».

«Il Papa iniziò il suo cammino e si fece conoscere al mondo da quel balcone, proprio da lì si è concesso ieri alla gente. In un certo senso, l’inizio e la fine si sono intrecciati. Anche allora chiese la preghiera del popolo, ieri ha benedetto il popolo, nel segno della fede nella Resurrezione. È una provvidenza che guida la Chiesa, anche nei momenti di sofferenza».

«Il Papa ha vissuto la malattia senza vergogna, raccontandola con grande responsabilità, ma sempre con un impegno costante. Anche nei giorni più difficili ha continuato a lavorare intensamente, con comunicazioni, documenti e messaggi fino a ieri. La grande preghiera per la pace, per il rispetto della dignità umana, è stata l’ultima sua immagine. Ha iniziato il suo cammino tra la gente e ha concluso il suo percorso nel medesimo modo, chiedendo pace. Ha cercato instancabilmente di ripristinare condizioni di libertà e giustizia nel mondo, per salvaguardare la dignità di ogni uomo».

«Tra le immagini che ci restano, ricordo il primo viaggio del Papa a Cagliari. Nel settembre del 2013 era stato a Lampedusa, e poco dopo venne qui, portando con sé un legame speciale con la nostra città, in particolare con la Madonna di Bonaria, che ha un forte legame con Buenos Aires. Quando mi ha nominato vescovo di Cagliari, il Papa mi ha voluto parlare per condividere con me il suo affetto per questa città, anche per il legame con la Madonna di Bonaria. Quando venne qui, pronunciò un discorso bellissimo, chiedendo di ricevere lo sguardo di misericordia della Madre, ma anche di saper guardare con misericordia reciproca. Ha incontrato la realtà della città, della diocesi, il mondo della cultura, dei giovani, del lavoro, dei carcerati, delle suore di clausura, volendo farsi tutto per tutti».

«Il messaggio che ha voluto lasciare riguarda una Chiesa sempre più aperta e partecipe, una Chiesa che ascolta la povera gente e la coinvolge in processi di bene, affinché la cultura diventi uno strumento per il progresso della Chiesa e della società».

+Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari

Arcidiocesi di Oristano e diocesi di Ales-Terralba

Laudato sii mi Signore per sora nostra morte corporale, dalla quale nessun homo vivente può
scappare… Beati quelli che troverà ne le tue santissime voluntati…

Il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi, santo tanto amato da Papa Bergoglio, illumina
con il suo carico di speranza e abbandono in Dio la morte repentina del nostro amato Papa.
Davvero il Signore lo ha trovato impegnato nelle sue “santissime voluntati”, quelle di
annunciare la misericordia, la pace tra i popoli, l’accoglienza dei poveri ed emarginati, la
concordia nella comunità cristiana. Ancora una volta il Papa ci ha sorpreso. Ieri, giorno di Pasqua ci aveva lasciato sperare, per quella sua presenza significativa in piazza san Pietro e nelle parole di augurio pronunciate, seppure con voce affaticata e flebile, in una ripresa che si andava consolidando. Oggi la notizia della sua morte ci lascia stupefatti e addolorati. Sarà la storia a mettere in risalto la grandezza di questo Papa venuto dall’estremità del mondo; a fare sintesi del suo legato spirituale; a dimostrare la saggezza e verità di tante sue scelte, attraverso le quali ha parlato non solo ai credenti in Cristo ma a tutti gli uomini di buona volontà. La sua preoccupazione per riformare la Chiesa, farla ripartire dalle periferie, ritornare al Vangelo come fonte da cui tutto scaturisce, lascerà il segno per il futuro. Come chiesa Diocesana di Oristano e Ales-Terralba ci uniamo alla Chiesa universale nell’affidarlo alla misericordia di Dio, che Papa Francesco ha con insistenza annunciato e manifestato, quale fedele servitore del Vangelo.

+ Roberto, Arcivescovo di Oristano,Vescovo di Ales-Terralba

Arcidiocesi di Sassari

«L’Arcivescovo invita tutta la chiesa turritana alla preghiera di suffragio per Papa Francesco».