

Una domenica di festa quella vissuta dalle Chiese della Sardegna per l’ordinazione episcopale di monsignor Mario Farci, nuovo vescovo di Iglesias.
La celebrazione Sant’Elena di Quartu dove tutto è iniziato: in quella comunità monsignor Farci è stato battezzato, lì ha ricevuto i sacramenti, lì è stato anche ordinato sacerdote e ora la consacrazione episcopale.
«La celebrazione di questo pomeriggio – ha detto al termine della celebrazione – è stata un atto d’amore che Dio ha fatto nei confronti della mia debole e indegna persona e, soprattutto, nei confronti della sua Chiesa, quindi ci ciascuno di noi. Per questo insieme abbiamo reso grazie attraverso l’Eucaristia».
«La Chiesa – ha proseguito – mi chiede di essere testimone dell’amore di Dio nella “Villa di Chiesa”, di annunciarle e testimoniarle che essa è la casa amata da Dio e perciò deve essere sua famiglia, in cui tutti e tutte hanno relazioni cordiali, amorevoli, accoglienti. In sintesi, questa è la mia missione».
Una celebrazione particolarmente partecipata con parenti, amici, autorità e sacerdoti nelle prime fila della basilica di Quartu, dove non sono mancati tantissimi fedeli della diocesi di Iglesias, giunti appositamente per l’occasione.
A Sant’Elena era presente l’intero episcopato sardo, compreso l’emerito di Cagliari, Giuseppe Mani, a presiedere il rito monsignor Giuseppe Baturi, con consacranti il cardinale Arrigo Miglio e l’emerito Giampaolo Zedda, entrambi suoi predecessori ad Iglesias.
Nell’omelia l’Arcivescovo di Cagliari ha iniziato la riflessione partendo dal Vangelo della domenica, la V del Tempo Ordinario, che ha al centro la pesca miracolosa e la chiamata degli Apostoli.
«La folla che oggi occupa gli spazi di questa Basilica – ha detto Baturi – assomiglia molto a quella che faceva ressa attorno a Gesù. Gli uomini e le donne di oggi sono come quelli di ieri, vogliono ascoltare la parola di Dio (cf. Lc 5,1), ne hanno tanto bisogno e per questo lasciano case e occupazioni solite per andare, come assetati, verso fonti di acqua buona, per imparare la verità e fare esperienza d’amore, per ascoltare parole di vita eterna».
«Il dramma – ha evidenziato l’Arcivescovo – è che tanti offrono, a quanti sono in cerca, solo parole umane, insufficienti a disvelare il mistero della vita. Attorno a Gesù, oggi come ieri, ci raduniamo perché Egli è la Parola di Dio fatta carne, e tutta la sua esistenza – gesti, fatti, parole – svela la verità di Dio e dell’uomo».
«Per compassione di quella folla, per amore degli uomini, Gesù, volendo raggiungere tutti, anche gli ultimi della folla, quelli più distanti che non udivano, forse perché arrivati per ultimo, prima sale sulla barca di Pietro e poi lo chiama a divenire, con lui, per lui, in lui, pescatore di uomini».
Al termine dell’omelia i riti di consacrazione episcopale.
Gli impegni dell’eletto, le litanie dei Santi, l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione. Poi i riti esplicativi: l’unzione crismale, la consegna dei libri dei Vangeli, la consegna dell’anello, della mitria, del pastorale e infine l’abbraccio di pace.
La celebrazione ha poi seguito il consueto svolgimento e dopo la comunione monsignor Farci è sceso nell’assemblea per benedirla, accompagnato dal canto del Te Deum.
Un lungo applauso ha poi accompagnato la conclusione della celebrazione animata dal coro diocesano di Cagliari.




