Oristano: incontro della Consulta regionale tutela dei minori e adulti vulnerabili

L’incontro di Oristano (Foto Arcidiocesi di Oristano)

Un cammino comune di corresponsabilità. Su questo si è incentrato il primo incontro della Consulta regionale promossa dal Servizio regionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili della Conferenza episcopale sarda.

A due mesi dalla costituzione il Servizio ha voluto incontrare i componenti dei centri di ascolto della diocesi insieme a quelli dei servizi attivi.

Ad aprire i lavori monsignor Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales – Terralba, delegato CES per la tutela minori, che nel suo intervento ha sottolineato come « il custodire sia il primo atto d’amore verso al comunità affidata». «Il 18 novembre di due anni fa – ha detto padre Roberto – papa Francesco riceveva e rivolgeva la parola ai partecipanti del Primo incontro nazionale dei Servizi e Centri di ascolto territoriale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili

promosso dalla CEI. In quell’occasione, nel suo discorso il Papa ha voluto consegnare tre verbi, che mi permetto di riproporre, sono assolutamente attuali, suggeriscono nuovi percorsi e cammini, concreti nell’indicare attuazioni. I verbi sono: custodire, ascoltare e curare».

L’avvocata Valeria Aresti, coordinatrice regionale del SRTM, nel suo intervento ha sottolineato come l’incontro abbia rappresentato un momento fondativo di collaborazione reale e corresponsabile tra il Servizio regionale e i Servizi diocesani. «La tutela – ha ricordato – non è un ambito separato della pastorale, ma una sua espressione viva, una forma concreta di attenzione e responsabilità nei confronti delle persone più fragili».

I Servizi Diocesani per la Tutela dei Minori (SDTM) sono stati presentati come strumenti concreti di supporto ai Vescovi, chiamati a offrire discernimento qualificato e accompagnamento rispettoso alle persone vulnerabili.

Particolare attenzione è stata riservata alla necessità di rafforzare la comunicazione e la visibilità dei Servizi e dei Centri di Ascolto sull’intero territorio regionale, attraverso un format comune di informazione e sensibilizzazione, che permetta ai cittadini di riconoscere immediatamente il servizio in ogni diocesi.

L’obiettivo è favorire una cultura dell’ascolto e della fiducia, rendendo il servizio facilmente accessibile tramite canali territoriali, media locali e collaborazioni con scuole, parrocchie e realtà associative.

Fondamentale appare però la necessità di arrivare quanto prima l’attivazione di protocolli di collaborazione tra il Servizio regionale e diversi enti e istituzioni: la Regione, le Aziende sanitarie quelle ospedaliere universitarie, i Servizi sociali territoriali, le Forze dell’ordine, l’Ordine degli assistenti sociali, le Università e la Facoltà teologica. Tutto questo per avere un approccio inter-istituzionale e interdisciplinare, volto a favorire il coordinamento operativo e la condivisione delle competenze tra le realtà ecclesiali e civili.

Don Paolo Barolo, sacerdote della diocesi di Oristano, in collegamento da Roma, ha sottolineato come nella gestione delle problematiche di abusi siano prioritari l’ascolto e l’accompagnamento, mantenendo ferma la centralità della persona, in particolare chi ha subito l’abuso.

L’avvocata Marcella Oggiano ha evidenziato gli aspetti giuridici e e quelli relativi alla cooperazione con le autorità ecclesiali e civili. Quest’ultimo punto è di fondamentale importanza per un approccio sistematico al problema: il dialogo tra i diversi soggetti coinvolti nella tutela di minori e persone vulnerabili passa dalla capacità di fare rete.