“Tendere la mano alla famiglia”. Presentato il testo della Lettera pastorale dei Vescovi della Sardegna

La famiglia si trova di fronte ad alcune sfide epocali. Ecco perché è necessario adottare un’accoglienza sincera, senza pregiudizi, delle problematiche che si affrontano all’interno delle situazioni matrimoniali, “prendere la mano” e accompagnare le famiglie nel discernimento delle diverse circostanze che si presentano. Sono questi alcuni tra i passaggi-chiave della Lettera pastorale dal titolo “Tendere la mano alla famiglia. Accompagnare, discernere, integrare fragilità e ferite”, pubblicata dalla Conferenza Episcopale Sarda in occasione dell’anno “Famiglia Amoris Laetitia” che si concluderà nel giugno 2022 con l’incontro mondiale delle famiglie a Roma. Il testo, dato alle stampe nel mese di marzo a cinque anni esatti dall’Esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia, è stato già diffuso nelle parrocchie della Sardegna durante il tempo estivo. Questa mattina la presentazione dei contenuti, nel corso di una conferenza stampa convocata nell’aula magna del Seminario regionale di Cagliari. Mons. Antonello Mura, Presidente della Conferenza Episcopale Sarda ha aperto l’incontro specificando che la Lettera pastorale intende aiutare la Chiesa sarda a proseguire nel suo cammino di aiuto e di maturazione delle famiglie. Il documento è frutto di un percorso avviato nel 2019 con il coinvolgimento di tutte le diocesi della Sardegna: in particolare gli uffici di pastorale familiare e i consigli presbiterali i quali hanno anche avuto l’opportunità di un incontro unitario a livello regionale. E’ stato un tempo di riflessione durante il quale si è riscoperta l’urgenza di incoraggiare a vivere la bellezza del matrimonio cristiano senza dimenticare tutte quelle famiglie che vivono situazioni di fragilità e ferite. Il documento si pone in continuità con questa missione: così come la Chiesa è stata madre nell’educare alla formazione, allo stesso modo deve continuare a essere madre di fronte a questi contesti.

 

Mons. Corrado Melis, Segretario della C.E.S., si è soffermato sui tre verbi contenuti nel capitolo VIII dell’Amoris Laetitia e ripresi nel documento: accompagnare, discernere, integrare, focalizzando l’attenzione in particolare sul significato della parola “discernere” che riguarda non il matrimonio ideale ma le persone nella loro concreta condizione di fragilità. Questo processo di discernimento chiede di distinguere la condizione oggettiva in cui si trova la persona dalla responsabilità soggettiva che ha avuto nella sua dolorosa vicenda.

 

Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari, ha sottolineato come il testo permetta a tutti, non solo ai vescovi o ai sacerdoti, di riscoprire e adottare quello stile di misericordia che come cristiani troviamo nel Vangelo. Perché come già affermato da Papa Francesco “la strada della Chiesa è sempre quella di Gesù: della misericordia e dell’integrazione”.

 

Durante l’incontro hanno preso la parola i coniugi Sandro e Maria Antonietta Pintore dell’Ufficio regionale di Pastorale della Famiglia e della Vita, i quali hanno posto l’accento su alcuni gesti concreti che le comunità cristiane possono attivare per diffondere la bellezza della famiglia. Don Emanuele Meconcelli dell’Ufficio di pastorale della Famiglia della diocesi di Cagliari ha ricordato, da parte sua, l’importanza di tutte le strutture ecclesiastiche alle quali possono bussare le famiglie in difficoltà. Tra queste strutture, i tribunali ecclesiastici possono essere un aiuto nei casi di indagine sulla nullità del matrimonio: un percorso che è possibile avviare senza costi eccessivi grazie anche alla recente riforma di Papa Francesco.